La preparazione alla posa in opera – Parte 2

Dopo la prova di riempimento della vasca piscina nel procedimento della preparazione alla posa in opera, si procede poi alla rettifica delle superfici che dovranno essere rivestite, Per prima cosa si deve individuare lo spessore necessario affinchè vengano tolte tutte le irregolarità della superficie quali avvallamenti, dentature lasciate dai casseri etc.
Una prima idea di quanto sia necessari aggiustare si compie applicando su vari punti la staggia metallica di alluminio, poi si procede alle misurazioni atte a verificare la precisione (ortogonalità e parallelisimo dei lati).

Come precedentemente accennato, la situazione più corretta dovrebbe essere quella di non superare spessori di rettifica di 5/6 millimetri in parete e di 10/15 sul fondo dela vasca. In questo caso si procede alla rasatura utilizzando un impasto a base di sabbia, cemento e lattice di gomma, necessario per garantire una solida e duratura adesione al sottofondo, la sabbia che forma l’impasto deve inoltre avere una granulometria proporzionale allo spessore che si deve realizzare. In pratica, se gli spessori rientrano nei valori che abbiamo indicato, si dovrebbe utilizzare sabbia fine per le pareti e sabbia 0 – 2 mm per il fondo vasca.

Alcune precisazioni sono da fare nel caso ci si trovi a realizzare vasche destinate a gare di nuoto, con lunghezze di 25, 33,33 e 50 metri. In questo ambito la lunghezza è soggetta alla verifica da parte della federazione nuoto, e questa lunghezza prevede tolleranza solo in eccesso (max 25,015 e 50,03). Per questa ragione il consiglio è quello di cercare di ottenere una lunghezza intermedia (es. 25,01; 50,02) tale da consentire un piccolo margine di errore in fase di esecuzione. Le misure indicate sono inoltre da rispettare in tutti i punti delle pareti di testata della vasca, motivo ulteriore di grande attenzione e di costante verifica del lavoro. L’impermeabilizzazione della vasca è, oltre che consigliabile, quasi obbligatoria in situazioni particolari quali strutture che non danno sufficienti garanzie oppure con piscine a ubicazione particolare (sospese su pilastri, su terrazzi, piani rialzati di edifici etc.): situazioni tali da richiedere una garanzia assoluta in quanto a tenuta d’acqua. In questo caso le soluzioni che possiamo indicare sono di 2 tipologie: guaine/rasature di tipo elastico a tenuta d’acqua oppure rasature a base di speciali resine che oltre ad impermeabilizzare svologono un processo di osmosi della superficie cementizia sulla quale vengono applicati. Premettiamo anzitutto che sono entrambi sistemi validi e che i costi, diversi più in base alla marca che non al tipo, non sono molto differenti.

Vengono proposti prodotti che sviluppano uno spessore complessivo di 3/4 millimetri e nel caso di una struttura grezza realizzata con grande precisione potrebbero anche sostituire la rasatura che prepara alla posa in opera. Le guaine/rasature elastiche prevedono di solito l’interposizione, inserita a fresco sulla prima mano, di una rete o tessuto sintetico che ha lo scopo di distribuire e contenere al meglio gli allungamenti. Questo tipo di impermeabilizzazione ha il vantaggio di essere elastica e, entro limiti di 1-2 millimetri, assorbe anche eventuali fessurazioni del sottofondo senza compromettere la tenuta all’acqua. L’altro tipo di impermeabilizzazione utilizza resine particolari che oltre ad impedire il passaggio dell’acqua svolgono nei primi millimetri del sottofondo un processo di osmosi che tende a chiudere le porosità del calcestruzzo. Così facendo si ottengono principalmente due vantaggi: lo strato impermeabile raggiunge di fatto uno spessore abbastanza consistente e , unitamente alla fortissima coesione realizzata dai due materiali a contatto consente anche una buona resistenza ad eventuali effetti di spinte di acqua dall’esterno (falde alte del terreno, piogge abbondanti). Lo svantaggio potrebbe essere invece rappresentato dalla maggiore rigidità del materiale che seguirebbe inevitabilmente tutte le crepe, anche piccole, che si potrebbero creare durante la maturazione anche successiva all’applicazione del calcestruzzo.
L’impermeabilizzazione può essere inoltre utile a risolvere quei problemi che, malgrado tutto, si sono comunque riscontrati una volta realizzata la struttura in calcestruzzo e che magari sono stati portati alla luce dalla prova di riempimento: crepe e fessurazioni strutturali, alveoli di ghiaia ed altri problemi che compromettano la tenuta all’acqua dela struttura.

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