La preparazione alla posa in opera – Parte 4

I tempi completi di maturazione del collante sono di circa 15 giorni, consigliamo comunque di attendere anche qualche giorno in più. Le operazioni di stuccatura del rivestimento possono iniziare dopo pochi giorni dalla posa in opera, il nostro consiglio è comunque quello di ritardarla il più possibile. Così facendo il rivestimento riesce ancora a compiere piccoli movimenti di assestamento, che invece non possono più avvenire una volta stuccate le piastrelle, se non creando microfessurazioni nel rivestimento. In questa fase si dovrebbe anche verificare la “rete” prevista riguardo ai giunti di dilatazione elastici nel rivestimento. Devono trovare corresponsione con un giunto nel rivestimento tutti i giunti strutturali, tutti i raccordi parete/fondo/ e parete/parete, inoltre le superfici non devono superare i 5-6 metri lineari senza che sia previsto un giunto. Questi ultimi sono praticamente da individuare nella rete di fughe esistenti, suddividendo i piani in riquadri con lato compreso fra i 4 ed i 6 metri, gli altri giunti, essendo già preimpostati nel sottofondo, devono trovare una corresponsione nel rivestimento, anche a costo di tagliare il rivestimento.

Tornando alla stuccatura, questa va fatta solitamente con prodotti premiscelati a base di cemento, da impastare con acqua nella quantità indicata per ottenere una “pasta” con sufficiente lavorabilità. L’impasto ottenuto viene poi steso sul rivestimento e, con la spatola di gomma usata diagonalmente alle fughe, si riempiono i vuoti cercando di non lasciare zone vuote, mantenendone il livello il più possibile alto. La pulizia dei residui sul rivestimento deve essere fatta entro pochi minuti, i residui induriti potrebbero infatti risultare molto difficili da rimuovere in un secondo tempo. Il consiglio è quello di attendere che lo stucco nella fuga perda il “riflesso” e si opacizzi, per poi rimuovere i residui con una spuglia umida tenuta costantemente pulita in acqua (anche questa deve essere cambiata spesso), si deve procedere senza esercitare pressione sulla spugna, in senso inclinato sugli assi delle fughe, per evitare il più possibile che si abbassi ulteriormente il livello di stucco.
Questa operazione è doppiamente importante in quanto oltre a rimuovere la maggior parte dei residui di stuccatura, “scioglie” il legame chimico dello stucco, rendendo molto più facile la successiva pulizia del rivestimento, che può essere fatta con acqua e detergenti comuni senza aggiunta di acidi, i quali corroderebbero in parte anche la stuccatura. Consigliamo da un punto di vista operativo di procedere a coppie: i posatori dovrebbero perciò dividersi il lavoro di stuccatura vera e propria da quello di prima pulizia, in questo modo diminuisce il rischio di lasciare indurire i residui, in quanto ognuno si concentra e si organizza meglio sulla sua parte di lavoro. Ricordiamo che lo stucco può essere di varie colorazioni: il colore maggiormente utilizzato è il grigio, che ha sicuramente il grande vantaggio di non subire nel tempo apprezzabili variazioni di tonalità, di contro i colori chiari tendono ad ingrigirsi e il nero o antracite si mantengono abbastanza bene nel tempo ma richiedono maggiore attenzione durante l’applicazione.

Oltre ai tradizionali stucchi a base cementizia, esistono anche speciali formulazioni di tipo epossidico, formate solitamente da 2 componenti (pasta e liquido catalizzatore): questo tipo di prodotti offrono garanzie eccezionali riguardo a durata e resistenza all’usura, agli acidi, al cambiamento di colore e sono assolutamente impermeabili. Presentano però l’inconveniente non trascurabile di un costo molto più elevato, sia come costo del prodotto che come manodopera per l’applicazione, rispetto ai tradizionali stucchi a base di cemento. Al riguardo dobbiamo sottolineare che i residui di questo stucco, una volta induriti non si riescono più a rimuovere, se non per asportazione meccanica, per cui l’operazione di stuccatura si dovrebbe fare obbligatoriamente suddividendo e organizzando i compiti di stuccatura, prima pulizia e risciacquo finale di residui. Ad un costo iniziale elevato, questo tipo di stuccatura consente di annullare i costi di eventuali interventi di manutenzione, che non di rado possono presentarsi con i tradizionali stucchi a base di cemento. I detergenti che di solito vengono usati per la pulizia delle superfici intorno alla piscina sono di solito a base di acido cloridrico che, anche se a basse concentrazioni, corrode nel corso degli anno lo stucco cementizio, favorendo poi infiltrazioni ed umidità sotto il pavimento e, lentamente, il suo distacco.

Ultimata la stuccatura, si procede alla sigillatura dei giunti elastici, utilizzando il comune silicone acetico fornito in cartucce con beccuccio regolabile in uscita. I giunti strutturali vanno riempiti nella parte più profonda con materiali non deteriorabili (cordoni di polietilene espanso o prodotti analoghi) e finiti in superficie con il silicone. Non deve essere trascurata la preparazione dei giunti: questi devono presentarsi puliti e perfettamente asciutti, il silicone infatti aderisce perfettamente solo su superfici pulite, non porose ed asciutte. Se si vuole avere una garanzia ulteriore riguardo all’adesione del silicone, si può preventivamente trattare con primer specifico per superfici porose e poco consistenti, da passare sul giunto con un pennello di dimensione adeguata. Prima di procedere è consigliabile incollare una doppia fascia di nastro adesivo a bassa adesione ai bordi del giunto, accorgimento atto ad evitare la sbordatura del primer e del silicone. Una volta applicato, il silicone necessita di almeno 24 ore per un buon indurimento dopo di che la piscina è “pronta all’uso”.

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